Cos'è
Il giorno 24 novembre l’Istituto San Vittorino ha scelto di far sentire la propria voce contro la violenza di genere. Studentesse, studenti e docenti si sono uniti al coro di protesta, levatosi in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin, ragazza di ventidue anni, uccisa per mano dell’ex fidanzato.
L’evento è stato organizzato per promuovere la consapevolezza e l’importanza di combattere la violenza di genere sin dalle fasi iniziali della vita. Lo scopo principale del flash mob è stato quello di creare un impatto visivo ed emozionale, coinvolgendo i partecipanti in una performance, che ha affrontato tematiche legate alla consapevolezza di genere. L’iniziativa, accolta con entusiasmo dalla comunità scolastica, ha suscitato tra gli studenti conversazioni significative sulla necessità di contrastare la violenza di genere nella società. Proprio lo scambio tra docenti e alunni della scuola, ha contribuito a rendere l’esperienza del flash mob una rilevante opportunità di apprendimento.
Gli studenti, gli insegnanti, la Dirigente e tutto il personale dell’Istituto hanno voluto dimostrare il potere della scuola nel sensibilizzare e affrontare questioni cruciali, evidenziando l’importanza di creare un ambiente scolastico rispettoso e promuovendo messaggi di uguaglianza e consapevolezza fin dalla giovane età.
In conclusione, il flash mob “c’è chi dice NO alla violenza” è nato per dare spazio non solo all’esigenza di manifestare l’indignazione, lo sgomento e la rabbia di fronte all’ennesimo episodio di femminicidio, ma anche a quella di dire ad alta voce che la scuola c’è.
Quel cortile diventa allora uno spazio di condivisione e riflessione profonda, per imparare a conoscere e riconoscere tutte le sfumature della violenza di genere. Si leggono brani di romanzi e frasi di attiviste, si ricordano le parole di Elena Cecchettin, sorella della vittima, si cantano canzoni, si ascolta, si pensa, si ripensa un mondo diverso e possibile. Tutto questo avviene al cospetto di una moltitudine di scarpe rosse, realizzate dagli alunni stessi, con l’aiuto della docente di arte. Quelle scarpe sono il simbolo di tutte le donne vittime di femminicidio.
Cosa significa, allora, quel cortile pieno di occhi (e cuori) attenti, di silenzi profondi, di voci sonore e potenti? Cosa significano i fazzoletti e i palloncini rossi sfoggiati da alunne, alunni, professoresse e professori, per mostrare vicinanza a Giulia Cecchettin e a tutte le donne vittime di violenza maschile? Cosa significa quella panchina dipinta dagli alunni di un rosso acceso e sgargiante? Significano che la scuola è il luogo necessario da cui partire per ridisegnare il mondo in cui viviamo. Significano che la scuola è -e deve essere-fortezza e porto sicuro di fronte alle ingiustizie della società. Significano che la scuola rivendica a gran voce il proprio posto, quello prezioso e privilegiato, in cui si formano le coscienze delle donne e degli uomini di domani.
Non silenzio ma rumore
Prof.ssa Nicoletta Nardella
Foto
Destinatari
Alunni e personale dell'Istituto
Luogo
Via Cantiano, 131, Giardini di Corcolle, Roma
Via Crucis 15, San Vittorino, Roma
Via Crucis 21, San Vittorino, Roma
Costi
Evento Gratuito